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Capitolo 3 (I parte)
Analogie astrologiche del tetramorfo
La croce fissa individua, come si è visto, importanti valori simbolici; i quattro elementi costituenti l'universo sono considerati nella fase di compimento della "piena stagione"; di concentrazione delle energie, necessaria a consolidare la posizione conquistata.
Questo livello specifico della dinamica naturale ed umana è espresso dai quattro segni citati precedentemente; ed il termine fissare è forse il più adatto ad instaurare un ponte ipotetico tra la natura dei segni ed il ruolo storico principale riconosciuto agli evangelisti.
Fissare come "mettere per iscritto" ciò che precedentemente è stato avviato e proclamato: necessaria prassi da adottare per permettere che il nuovo verbo seminato metta radici e produca i suoi frutti.
Altra parola chiave è forse stabilità; se si richiede che la testimonianza
dell'avvento del figlio di Dio venga ascoltata, compresa e metabolizzata nel mondo, non si può rinunciare alla qualità di una "stabile solidità" dello spirito, del comportamento e quindi della fede.
Ampliando la prospettiva, è la stessa condizione di eterno che può riconoscere la stabilità come la qualità più vicina al suo significato simbolico (pur comprendendo l'aspetto dinamico legato al tempo).
Dalle immagini del "Cristo in trono tra gli evangelisti" presenti in moltissime opere d'arte di soggetto religioso, si trasmette in modo diretto il concetto dell'eterno presiedere divino sugli elementi universali; la stessa iconografia di tradizione bizantina, prodotta per gran parte dal medioevo, caratterizzata dalla "rigidità" ieratica tipica del suo linguaggio, acquista in questo caso una sua forza peculiare in virtù del ruolo di "guardiani" della immutabilità divina suggerito dalla presenza dei quattro esseri.
Nel riallacciarsi alla motivazione canonica degli incipit evangelici, assunta per l'associazione degli evangelisti alle rispettive figure, la disamina della simbologia zodiacale ci impone di comparare le analogie coinvolte, per la ricerca di una eventuale rapporto iconologico.
Si adottano per questo scopo le significative indicazioni suggerite dallo studio critico del Nuovo testamento , di O.
Cullmann
L'abbinamento Matteo-uomo (o angelo), intestatario del primo vangelo nell'ordine accettato dal canone cristiano, viene tradizionalmente giustificato dall'incipit sulla genealogia di Gesù. Dal contenuto del vangelo emerge la tendenza predominante delle argomentazioni che marcano la figura di Gesù come l'avvenimento che continua e porta a compimento i messaggi dell'A.T., in particolare del "regno di Dio" il quale, inaugurato dalla prevista venuta del Messia, si manifesterà pienamente con il suo avvento alla fine dei tempi.
Altra linea dominante è la preoccupazione per la creazione della nuova etica individuale e sociale.
Sul versante del simbolismo astrologico, l'acquario sposa bene i corrispondenti concetti tradizionali di: anticipazione di valori futuri, che partecipa alla lettura di un ordine diverso dal tradizionale; e, mutuato dall'icona dell'acqua versata da un'anfora, dispensazione generalizzata delle idee nuove per il miglioramento della società.
Abbiamo, quindi, una possibile sostanziale identificazione tra il segno ed i valori dominanti del vangelo di Matteo.
Il vangelo di Marco, accettato come una derivazione diretta dal primo vangelo, chiama in causa l'accento dato alla testimonianza di Gesù figlio di Dio, ovvero nella sua identità divina, venuta alla luce in modo definitivo dopo il percorso tutto umano della sofferenza.
Viene posto come centro della novella la figura di Gesù piuttosto che il suo insegnamento.
Nel parallelo con l'associato segno del leone, non risulta forzato accostare la necessità di Marco di "certificare" la titolarità di Gesù, in quanto figlio di Dio, a governare spiritualmente il mondo, esserne il centro, al valore dominante del segno leonico: l'attitudine al governo e all'emanazione del calore spirituale (non delle idee, che è prerogativa acquariana), come lo è il sole a cui è associato (24).
«In tutte le mitologie il leone è simbolo di potenza soggettiva, affermazione in prima persona dell'uomo in senso individuale, con la sua origine divina. E' il logos, cioè il principio maschile, il verbo, il senso spirituale. Infatti il segno del leone contiene, come astro attribuito, il sole, 'principium vitae...'»
Per quanto riguarda il vangelo di Luca, tra le annotazioni è possibile anche qui comparare alcune accordanze significative: l'importante spazio dato ai poveri come destinatari principali del messaggio salvifico, può agevolmente richiamare l'analogia del segno del toro, e del relativo secondo settore esistenziale, con i beni materiali, di cui l'uomo necessita per la sopravvivenza; la presenza inoltre dei cantici che cantano le lodi di Gesù Cristo, come il Magnificat
- I,46-55 di Maria, il Gloria in excelsis -II, 14 degli angeli di Betlemme e il Nunc dimittis - II,29 di Simeone, costituisce un rimando preciso alla capacità canora e orante dell'uomo che tradizionalmente l'astrologia associa alla analogia toro-gola-voce-canto.
(23) Oscar Cullmann, Introduzione al Nuovo Testamento, Il Mulino Ed., Bologna, 1999 (24) da R. Sicuteri, Astrologia e mito, CEA Ubaldini Ed., Roma, 1978 Theorèin - Novembre 2004 |